Il mio approccio al racconto dei luoghi.
Perché scegliere me come guida turistica? Qual è il contributo di valore che posso offrire un settore così complesso (e problematico) come il turismo?
Sono diventata guida turistica abilitata dopo la Laurea in Beni Culturali nel 2016. Da allora ho lavorato per anni nel settore culturale.
Oggi faccio scoprire la città e il territorio alle persone cercando di offrire chiavi narrative alternative, ma soprattutto un punto di vista interno.
Cosa si intende per “punto di vista interno”?
Delle lenti per leggere il contesto.
Sull’Isola esiste una narrazione basata su elementi ricorrenti:
- La Sardegna come paradiso selvaggio e incontaminato
- La Sardegna come terra ancestrale dalla cultura millenaria
- La Sardegna come sede di un entroterra” emblema di genuinità e autenticità
Si tratta spesso di stereotipi, su cui si basa un’immagine “da cartolina”. In ambito turistico, spesso, i luoghi non vengono raccontati per quello che sono, ma in modo da farli corrispondere il più possibile a tale immaginario.
Credo sia importante incoraggiare le persone ad andare più a fondo, a scoprire che c’è un mondo dietro l’insieme di caratteristiche per le quali la Sardegna è “famosa”.
Per me è stato l’inizio di un viaggio, di un percorso di riappropriazione linguistica e culturale e vorrei condividerlo!

Perché fare del mio percorso di riappropriazione culturale un’esperienza condivisa?
Intanto perché vorrei non tenere solo per me le cose che sto imparando. E poi perché altre persone si potrebbero riconoscere: possiamo comprenderci a vicenda.
Accorgersi di non sapere granché del luogo che si abita può essere doloroso, può generare sconforto e senso di smarrimento. Molte altre persone, come me, non conoscono bene la lingua sarda e non sanno da dove iniziare per imparare.
Non è semplice, ma fare della riappropriazione un esercizio collettivo dà l’opportunità di accedere a un insieme ricchissimo di nuove scoperte!
Ogni persona può trovare la sua strada per ritrovare una connessione con il proprio patrimonio culturale: tutte sono valide.
Questo è un modo per fare la mia parte.
Sarebbe bello ricucire gli strappi, ri-diventare comunità narrante.

E chi arriva da fuori?
Scoprire la Sardegna oltre l’immagine da cartolina può essere un’occasione interessante per ribaltare il proprio punto di vista e cogliere sfumature che altrimenti si perderebbero.
Relazionarsi coi luoghi significa anche rapportarsi con le comunità che quei luoghi li abitano, e per costruire relazioni fruttuose è importante mettersi in ascolto: è come se ci fosse una porta, ma la chiave per entrare fosse all’interno.
Quella porta è la narrazione: la narrazione è relazione perché presuppone uno scambio, è un ponte attraverso cui chi racconta e chi ascolta si conoscono e si incontrano.
A me piace pensare di poter dare un piccolo contributo per facilitare questo incontro.
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